FONDO ANTONIO LOCATI

BUSTO ARSIZIO

Sono un architetto da lungo tempo appassionato di fotografia; ho un sito su internet, temporaneamente inattivo, dove ho registrato i miei viaggi. Sono bustocco e, poiché nel mio lavoro mi occupo di urbanistica e nell’esercizio della professione ho imparato a leggere le città nei loro aspetti positivi, negativi, identitari, ho provato a leggere la mia città, quella nuova in particolare, sorta dopo la guerra, attraverso le immagini.

Perché quella nuova?

Esistono documentazioni molto interessanti sulla vecchia Busto (ex. Busto Arsizio, Immagini di una Città Immaginata), ma poco, che io sappia, sulla nuova; ho provato così a tradurla in immagini, non con l’obiettivo di fare delle belle foto fini a loro stesse, ma tentando di rappresentare la città con spirito critico, riprendendo sia le trasformazioni a mio avviso positive sia quelle discutibili, sia i suoi aspetti più caratterizzanti.

Si tratta di una città che si trova in un periodo di profonda trasformazione, di perdita di identità, perché dopo la guerra si sono verificati due processi di portata storica, che sono da un lato la sua grande espansione sul territorio, comune a tutte le città lombarde, e dall’altro la trasformazione della sua economia con la quasi scomparsa del tessile, che l’aveva caratterizzata per secoli.

Siamo infatti, da un lato, parte di una conurbazione, di un territorio costruito senza soluzione di continuità fino a Milano; un processo questo che, insieme al decadimento dei centri storici, ha fatto perdere identità alle nostre città, ci ha inserito in una altra dimensione.

Spero che il mio lavoro possa essere l’occasione per aprire un dibattito che sarà senz’altro utile per la sua conoscenza.